Le città data-driven utilizzano i dati come risorsa strategica per pianificare, gestire e innovare i servizi urbani. Non si tratta solo di raccogliere informazioni, ma di trasformarle in decisioni concrete che migliorano la qualità della vita dei cittadini. Mobilità, energia, sostenibilità, sicurezza e partecipazione sono solo alcune delle aree dove i dati possono fare la differenza. Vediamo alcuni esempi di città che hanno fatto dei dati il loro alleato principale.
La capitale catalana ha adottato un approccio pionieristico, sviluppando una piattaforma open source (Sentilo) che consente ai cittadini di accedere ai dati urbani in tempo reale. Questo sistema promuove trasparenza e partecipazione, offrendo informazioni su traffico, qualità dell’aria e consumi energetici per decisioni più consapevoli.
Con il progetto TfL Analytics, Londra utilizza i dati dei trasporti per prevedere flussi di traffico e migliorare l’efficienza della rete di trasporto pubblico. I dati anonimizzati di milioni di passeggeri aiutano a ridurre congestioni e a pianificare meglio gli investimenti infrastrutturali.
Copenhagen punta a diventare la prima città carbon-neutral entro il 2025. Grazie al sistema di smart grids, monitora l’energia consumata e prodotta in tempo reale, ottimizzando l’uso di fonti rinnovabili e riducendo gli sprechi.
Il Comune di Milano e la Milano Smart City Alliance collaborano da tempo per sviluppare l’Ecosistema Digitale Urbano, un'infratruttura digitale che permette a soggetti pubblici e privati di scambiare dati urbani in tempo reale attraverso i quali far nascere nuovi servizi per cittadini e imprese e trasformare la città in una vera Data Driven City e contribuire a renderla più inclusiva, sostenibile e orientata ai bisogni dei cittadini. Un aspetto unico di EDU è l'apertura alla partecipazione pubblica: infatti, sulla piattaforma Milano Partecipa, è stata pubblicata la bozza del Manifesto EDU, cosicchè cittadini, aziende e istituzioni possano condividere idee, suggerimenti e feedback.
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